lunedì 14 maggio 2012

Italia patria di artisti: Ivana Spagna

Ivana Spagna avrebbe potuto entrare nella mia rubrica anni 80, ma d'altra parte così mi sarei fermato solo alla prima parte. Lei è nata come artista da dancefloor, anche se allora la musica da discoteca non era la lontana parete di certa roba tutta uguale che si ascolta oggi.

La sua carriera è partita con Easy lady: 2 milioni di copie vendute, successo di vendite anche in Svizzera e Germania e Francia: canzone dell'estate 1986. Anche se allora avevo 5 anni, la ricordo bene, gran bel pezzo. Eh sì che le case discografiche le dicevano che "una cantante italiana che si chiama Spagna e canta in inglese non avrà successo". Dovettero ricredersi e nel 1987 con Call me, arriva un altro successo, Call me. Questa volta si accontenta del secondo posto in Italia, ma il suo pezzo arriva anche negli Usa, oltre che in tutta Europa.




Negli anni successivi continua a pubblicare album in inglese, passata il giusto in Italia, sembra quasi che all'estero sia più apprezzata. E' in controtendenza con la maggioranza degli artisti italiani, d'altra parte lei prende sul serio l'idea di cantare in inglese. Probabilmente noi italiani al tempo non eravamo pronti - a parte i tormentoni - per un'artista italiana che canta inglese, eppure - sempre a parte i vari tormentoni brevi -, lei è stata pioniere in questo, anticipando Elisa - che negli anni 90 rilanciò questo concetto -.

Poi però negli anni 90, per l'esattezza nel 1994, arriva per lei l'occasione di provare a cantare in lingua madre, rifacendo la colonna sonora del Re Leone. L'idea fu un successo e l'anno dopo si presentò all'Ariston portando il brano Gente come noi. Col cambio di lingua, cambia anche il genere, preferendo un pop più leggero e melodico. D'altra parte a voce glielo permette e non è un caso se si classifica terza - superata da Morandi e da una certa Giorgia, ai primi anni di carriera -.




Il suo disco, con 350 mila copie vendute, è il disco più venduto per un'artista femminile -ex aequo con Giorgia -. L'anno dopo torna a Sanremo portando Ed io penso a te. Pubblica il disco Lupi solitari, che con le 400 mila copie vendute è per lei il record personale di vendite.

Passa qualche anno, ma nel 2000 rieccola a Sanremo con Con il tuo nome, brano ben accolto dalle persone, ma non dalla giuria dei critici. Non sono anni felici - musicalmente parlando -, difatti le vendite non sono più quelle di un tempo. Nel 2003 prova un progetto internazionale, l'album Woman contiene pezzi dance inglesi, viene tradotto anche in spagnolo. Si continua con progetti vari, nel 2006 si guadagna un po' di spazio con una nuova partecipazione a Sanremo. L'ultimo disco è stato pubblicato a gennaio. Four contiene brani in inglese, purtroppo in radio non ha molto seguito.

Oggi molti si chiedono se è stata una mossa giusta scegliere di cantare in italiano: all'estero si era ritagliata un interessante spazio, anche se in Italia era sempre meno seguita. Poi questi discorsi da bar lasciano il tempo che trovano, la controprova non l'abbiamo e tutto sommato, grazie ai suoi lavori italiani si è fatta apprezzare da molti fan in Italia.

2 commenti:

  1. gli anni '80 hanno fatto bene a tutti :)

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  2. Il problema è che son finiti: problema per noi ascoltatori e per i cantanti, visto che molti son spariti.

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